Di cosa si occupa il Chirurgo Generale?
Il Chirurgo Generale si preoccupa di seguire il paziente affetto da patologie che interessano gli organi della cavità addominale, come intestino, colon, fegato, stomaco, esofago, pancreas, colecisti, fegato, vie biliari. Si occupa inoltre delle patologie a carico della mammella della tiroide, e di tutte quelle patologie, benigne ma fastidiose, che colpiscono la cute ed il sottocute che necessitano di essere asportate con un intervento chirurgico come ad esempio cisti e lipomi, o che colpiscono la parete addominale come le ernie e i laparoceli. Infine il Chirurgo generale segue la patologia Proctologica, cioè quella che insorge a livello anale – emorroidi, ragadi, fistole, condilomi.
Quali sono le procedure che utilizza un chirurgo generale?
Le procedure di cui il Chirurgo Generale si avvale sono numerose, partiamo dall’inizio:
- Visita chirurgica: indispensabile per poter visitare il paziente ed instaurare il primo contatto.
- Ecografia chirurgica: per la assenza di rischi e di controindicazioni ad oggi può essere considerata come un prolungamento della visita chirurgica stessa.
- Esami endoscopici: permettono di studiare l’esofago, lo stomaco, il duodeno, l’intestino crasso in toto mediante una piccola telecamera situata sulla punta di uno strumento flessibile di pochi millimetri di diametro. Sotto la visione del medico è possibile inoltre eseguire biopsie e asportazione di polipi senza necessita di intervento chirurgico, anche con una blanda sedazione che permette di ridurre al minimo il carico emotivo che questa metodica può scaturire.
- Esami di laboratorio e strumentali di secondo livello: Permettono per mezzo della analisi di sangue e altri liquidi biologici, oppure tramite l’utilizzo del cosiddetto “imaging pesante” – TAC, risonanza magnetica, PET – di approfondire eventuali sospetti generati durante la Visita Chirurgica.
- Intervento chirurgico: è spesso il punto di arrivo del processo di diagnosi. permette di asportare chirurgicamente lesioni di natura benigna e maligna, di riparare difetti congeniti o acquisiti (come le ernie) o di risolvere complicanze di traumi. Sempre più spesso l’intervento chirurgico ha un approccio mini-invasivo che a parità di risultato offre tempi di ripresa più rapidi, minori cicatrici e minore tempo di ricovero.