La colecisti, detta anche cistifellea è un organo appartenente alle vie biliari, quindi facente parte l’apparato digerente.
Il suo ruolo è di accumulare la bile, un liquido giallo-verdastro prodotto dal fegato che permette di digerire e assorbire grassi e sostanze liposolubili, cioè che si sciolgono nel grasso. La bile è alcalina quindi neutralizza l’acidità del materiale che progredisce dallo stomaco.
Durante il digiuno la colecisti accumula bile distendendosi per poi svuotarsi a seguito di un pasto per favorire la sua digestione.
La colecisti è adesso alla faccia inferiore del fegato ed ha una forma di bisaccia o di pera rovesciata: la parte più tozza si chiama fondo, la parte intermedia, corpo, e la parte ristretta che poi comunica con il dotto cistico, attraverso il quale si raccoglie la bile prima di venire espulsa dalla colecisti si chiama infundibolo.
Attraverso il dotto cistico la bile raggiunge la via biliare maggiore, detta coledoco che conduce bile e succhi pancreatici verso l’intestino.

All’interno della colecisti si possono formare dei calcoli, ovvero dei piccoli sassolini, che una volta formati difficilmente vengono eliminati spontaneamente o con l’aiuto di terapie mediche.
La terapia chirurgica consiste nella asportazione della colecisti con all’interno i calcoli. Visto che la colecisti non è un organo determinante per la vita o il buono stato di salute di un essere umano questo intervento è considerato di routine e facilmente eseguibile con tecniche mininvasive.
É spesso indicato un intervento di colecistectomia in caso vengano riscontrati dei calcoli biliari in quanto le eventuali evenienze derivanti dai calcoli stessi sono potenzialmente pericolose. Qualora uno o più calcoli comportassero la ostruzione del dotto cistico o della via biliare principale possono comportare una colica biliare, una colecistite, una pancreatite le quali sono patologie potenzialmente letali se non trattate in tempo, anche perché trascurando per anni la presenza di calcoli, possono presentarsi in età avanzata e quindi concorrere a malattie già presenti.
Al contrario del passato, quando la colecstectomia veniva eseguita con la cosiddetta tecnica open o laparotomica, cioè praticando un taglio al di sotto delle coste, sul lato destro dell’addome attraverso cui veniva asportata la colecisti, la colecistectomia ad oggi e da alcuni anni viene eseguita con tecnica laparoscopica.
Questa tecnica mininvasiva permette attraverso alcune incisioni (in genere fino a 4) delle dimensioni da 3 a 10 mm in media. Attraverso delle valvole (denominate trocar) che permettono di introdurre strumenti manovrabili dall’esterno viene portata a termine la colecistectomia. La chiusura del dotto e dell’arteria cistica viene garantito da fili, clip metalliche in titanio o in materiale plastico autoserranti. Attraverso questi trocar è possibile eseguire esami radiologici iniettando mezzo di contrasto all’interno la via biliare per valutare la presenza di calcoli residui ed eventualmente estrarli.

Questo intervento necessita di un ricovero di una notte generalmente e di una anestesia generale. Si tratta quindi di un intervento non scevro da rischi ma ad oggi di routine.
In caso di urgenza “biliare” è spesso necessario per scongiurare complicanze più gravi legate alla infiammazione della colecisti, delle vie biliari o del pancreas.